L'Abbazia di San Galgano


Villa Ducci è un Hotel a San Gimignano da cui è possibile visitare tutta la Toscana. Da qui si arriva facilmente alla famosa Abbazia di San Galgano, a poca distanza da Siena, situata nel comune di Chiusdino. Ogni anno moltissimi turisti vengono a vederla nonostante sia ridotta alle sole mura.

San Galgano

Si dice che San Galgano, dopo una giovinezza disordinata, si ritirò a vita eremitica per darsi alla penitenza e morì nel 1181.
Il momento saliente della conversione avvenne nel giorno di Natale del 1180, quando Galgano arrivò sul colle di Montesiepi e infisse nel terreno la sua spada, per trasformare l'arma in una croce. Ancora oggi sono presenti i resti.

Inoltre, da sempre si cerca una relazione con la "spada nella roccia" di Re Artù, fra la mitologia della Tavola Rotonda e la storia del santo chiusdinese. Infatti, in molte biografie di San Galgano, si accenna a contatti che il santo avrebbe avuto con l'eremo di San Guglielmo di Malavalle, entrambi cavalieri aventi legami con la materia arturiana. I risultati di indagini scientifiche eseguite sulle reliquie di san Guglielmo rendono fortemente probabile l'origine nordica del personaggio.

Storia dell'Abbazia

Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel punto in cui fu trovato morto san Galgano fu edificata una cappella. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. Negli ultimi anni della sua vita Galgano era entrato in contatto con i Cistercensi e furono proprio loro a essere chiamati a fondar la prima comunità di monaci che risulta già attiva nel 1201.

Fu così che nel 1218 iniziarono i lavori di costruzione dell'abbazia. Grazie a donazioni, lasciti e concessioni ecclesiastiche, alla metà del XIII secolo l'abbazia di San Galgano era la più potente fondazione cistercense in Toscana.

L'abbazia venne consacrata nel 1288, assumendo una notevole importanza economica e culturale grazie alla sua enorme ricchezza,che permise di stringere forti rapporti con la Repubblica di Siena.

Nella seconda metà del XIV secolo l'abbazia, come tutto il contado senese, venne più volte saccheggiata. Tali vicende portarono a una profonda crisi nella comunità monastica.

Nel 1503 l'abbazia venne affidata a un abate commendatario, una scelta che accelerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Era un governo scellerato.
Nel 1577 furono avviati dei lavori di restauro, ma furono inutili e non riuscirono ad arrestare il progressivo degrado.

Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e nel 1786 crollò anche il campanile.

L'interesse verso il monumento riprese alla fine dell'Ottocento.
Il reastauro inizià nel 1924 per opera di Gino Chierici che decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.

Descrizione dell'Abbazia

La chiesa rispetta i canoni della abbazie cistercensi; questi canoni erano stati stabiliti dalla regola di San Bernardo e prevedevano delle norme ben precise per quanto riguarda la localizzazione, lo sviluppo planimetrico e lo schema distributivo degli edifici.

La chiesa dell'abbazia ha una pianta a croce latina, orientata ad est, da dove è possibile vedere il transetto con quattro cappelle laterali e un abside rettangolare. La chiesa ha tre navate.
La facciata è caratterizzata da due finestre ad arco a sesto acuto.

Le fiancate laterali hanno nella parte superiore bifore a sesto acuto e contrafforti. La parte inferiore presenta invece solo monofore ad arco a sesto acuto e alcune feritoie.

Osservando l'interno dell'abbazia si vede che ha uno stile gotico temperato, diffuso durante il tredicesimo secolo.


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